Roma – Raccontare la disabilità non come limite, ma come spazio di diritti, innovazione e umanità. È questo il senso profondo dell’XI edizione del Premio Presa, promosso dalla Fondazione Mesit e dal Network Presa, che anche nel 2025 ha acceso i riflettori su tredici esperienze straordinarie di inclusione e tutela delle persone con disabilità.
A sottolinearne il valore è stato Marco Trabucco Aurilio, presidente della Fondazione Mesit, che ha parlato di un premio nato per dare voce a chi, ogni giorno, lavora per superare sfide complesse e rendere possibile ciò che, troppo spesso, semplice non è. Un impegno quotidiano che unisce istituzioni, associazioni, ricercatori, volontari e singoli cittadini.
Tra i premiati figurano realtà e persone simbolo di eccellenza e innovazione sociale, come la Nazionale Italiana di Calcio a 5 B1 per non vedenti, la Fondazione LIA – Libri Italiani Accessibili, il Wearable Robotics Laboratory della Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa, ma anche associazioni come La Lampada di Aladino ETS, Incontra Donna, Cielo e Terra e progetti di grande valore umano come “Due di Noi”. Riconoscimenti sono andati anche a personalità impegnate nella ricerca e nel sociale, tra cui il professor Gianmario Verona della Fondazione Human Technopole.
Il Premio Presa si conferma così uno spazio di narrazione civile, capace di valorizzare buone pratiche e di ricordare che l’inclusione non è un gesto straordinario, ma una responsabilità collettiva.
Fonte: Il Sole 24 Ore
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