C’è un Natale che profuma di attesa, di luci accese e mani intrecciate. E poi c’è un Natale che pesa come una ferita aperta, che arriva in silenzio nelle case dove la speranza viene rimandata, sospesa, negata. A Matera, quest’anno, il Natale ha il volto di oltre 130 bambini con disabilità rimasti senza terapie essenziali, e quello dei loro genitori che si sentono abbandonati, umiliati, traditi dalle istituzioni.
A raccontare questa storia, durissima e profondamente umana, è l’associazione Famiglia Futura, che ha deciso di rompere il silenzio e rivolgersi direttamente al Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, con una lettera carica di dolore ma anche di dignità. Una richiesta semplice e radicale insieme: regalare speranza e rispetto ai loro figli.
La vicenda, riportata dall’ANSA, affonda le sue radici in una decisione amministrativa che, dietro la freddezza dei numeri, nasconde conseguenze devastanti per decine di famiglie materane. Il 17 dicembre, dopo quattro lunghissimi mesi di attesa, l’Azienda Sanitaria di Matera (Asm) ha emanato una delibera relativa all’assegnazione di fondi regionali destinati alle terapie previste dall’articolo 26 della legge 833/1978, ovvero interventi riabilitativi essenziali per bambini con disabilità.
I fondi, pari a 408.051 euro, sono stati però destinati esclusivamente ai centri di Policoro e Grassano, lasciando fuori Matera e, con essa, oltre 130 minori attualmente in lista d’attesa. Bambini che avevano diritto a quelle cure. Bambini per i quali il tempo non è una variabile neutra, ma un fattore decisivo per lo sviluppo, l’autonomia, la qualità della vita.
Genitori lasciati soli davanti alla burocrazia
Famiglia Futura racconta di aver bussato a tutte le porte possibili. Di aver interpellato più volte la Regione Basilicata e la stessa Asm, chiedendo spiegazioni, sollecitando interventi concreti, reclamando l’applicazione di una legge che tutela i più fragili. Le risposte, però, non sono mai arrivate. O peggio, sono arrivate sotto forma di silenzi, rinvii, attese infinite.
Nella lettera indirizzata al Capo dello Stato, l’associazione parla senza filtri del sentimento che attraversa queste famiglie: “Ci sentiamo abbandonati e umiliati”. Parole pesanti, che non nascono dalla rabbia sterile, ma dalla consapevolezza di una ingiustizia che si consuma ogni giorno sulla pelle dei bambini. Perché interrompere o non avviare un percorso terapeutico non è una semplice mancanza organizzativa: è una ferita che può lasciare segni permanenti.
La sentenza che riaccende la speranza
In questo scenario cupo, una luce arriva dal Tribunale di Matera. Proprio il 17 dicembre 2025, lo stesso giorno della contestata delibera Asm, i giudici hanno accolto il reclamo presentato dalla madre di un bambino con disabilità, emettendo un’ordinanza di enorme valore non solo giuridico, ma anche civile e morale.
Il Collegio ha ribadito un principio già più volte affermato dalla Corte Costituzionale: la Pubblica Amministrazione ha il dovere di garantire la continuità delle cure essenziali, e l’interruzione di un percorso terapeutico già approvato rappresenta un grave inadempimento, del quale l’ente deve rispondere.
Una sentenza che non lascia spazio a interpretazioni e che mette nero su bianco ciò che le famiglie denunciano da tempo: la salute dei bambini non può essere subordinata a scelte arbitrarie o opache.
“Abbiamo scritto a Mattarella nello sconforto più profondo”
A dare voce a questo passaggio cruciale è Federica Aldrovandi, presidente di Famiglia Futura. Le sue parole raccontano lo stato d’animo di chi si sente costretto a chiedere giustizia dall’ultima e più alta istituzione della Repubblica.
La notizia di questa sentenza ci è arrivata a poche ore di distanza dalla nostra lettera al Presidente della Repubblica, scritta nel più abissale sconforto davanti all’ennesima beffa ricevuta da parte della Asm.
Chiediamo che la Asm pubblichi immediatamente i dati delle liste di attesa e i fabbisogni, così da comprendere quale logica abbia guidato questa assegnazione dei fondi.
Da anni, sottolinea l’associazione, la richiesta è sempre la stessa: trasparenza. Trasparenza nelle scelte, nei criteri di assegnazione dei fondi, nei numeri reali delle liste d’attesa e nei fabbisogni del territorio.
Un Natale che chiede giustizia
La lettera a Sergio Mattarella non è solo un atto formale. È un grido composto, rispettoso, ma potentissimo. È il tentativo di affidare al garante della Costituzione il compito di ricordare che la dignità delle persone, soprattutto dei bambini con disabilità, non è negoziabile.
A Matera, questo Natale, non si chiede un regalo. Si chiede il rispetto di un diritto sancito dalla legge. Si chiede che nessun bambino venga lasciato indietro per una scelta amministrativa incomprensibile. Si chiede che la parola “cura” torni ad avere il suo significato più autentico: prendersi carico, accompagnare, non interrompere.
La speranza è che da questa vicenda nasca non solo una soluzione immediata per quei 130 bambini, ma anche un cambio di rotta culturale e istituzionale. Perché una società si misura da come protegge i suoi membri più fragili. E perché nessun Natale dovrebbe mai essere amaro per un bambino che ha già dovuto combattere più degli altri.
Fonte: ANSA
Tags:
Notizie